
Carbonio organico del suolo
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Già agli inizi del ‘900 gli scienziati agricoli sentenziavano: “Qualunque sia la causa della cattiva fertilità del suolo, non vi è alcun dubbio sulle misure correttive. Anche se i medici potrebbero non essere d’accordo sul motivo della malattia, sono d’accordo sul medicinale: rotazione delle colture e concimazione verde; mantenimento della sostanza organica e dell’humus. Questi sono i bisogni fondamentali!” (Hills, Jones e Cutler, 1908).
Il carbonio organico è una componente misurabile della materia organica del suolo che costituisce una piccola porzione del terreno ma svolge un ruolo fondamentale nella funzione fisica, chimica e biologica del suolo. Essa contribuisce, infatti, al ricambio dei nutrienti, alla capacità di scambio cationico, alla struttura del suolo, alla ritenzione e alla disponibilità idrica, al degrado degli inquinanti, alle emissioni di gas a effetto serra e al potere tampone del suolo.
Poiché la quantità più elevata di materia organica è presente nei primi centimetri di profondità , la protezione della superficie del suolo dall’erosione è una strategia molto utile per il mantenimento della sostanza organica del suolo. Le lavorazioni, per contro, riducono tali scorte, esponendo la materia organica ad una più rapida decomposizione microbica.
Se da un lato la perdita di carbonio organico del suolo influenza negativamente la sua salute e la conseguente produzione di cibo, l’aspetto positivo è che molti terreni hanno un potenziale per aumentare i loro stock di carbonio, permettendo una mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici attraverso la riduzione della concentrazione di CO2 dell’atmosfera.
La conservazione del carbonio organico contenuto nel suolo ed il progressivo aumento delle frazioni più stabili e resistenti della materia organica consentono di accrescere tale azione di mitigazione dei cambiamenti climatici.
In un recente simposio sulla gestione agricola della sostanza organica del suolo, organizzato dal Thünen Institute of Climate-Smart Agriculture, in partnership con l’iniziativa 4×1000 (www.4p1000.org), si sono analizzate le opzioni di mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso la gestione della frazione organica del suolo.
Alcune considerazioni finali che sono emerse sottolineano che:
- incrementando lo stock di carbonio organico del suolo si può contribuire alla  mitigazione del cambiamento climatico rendendo anche i suoli più resilienti;
- una gestione sostenibile della materia organica del suolo è la chiave per un’agricoltura sostenibile con l’obiettivo di migliorare la sicurezza alimentare;
- a causa della variabilità spaziale del carbonio del suolo, determinata da molteplici fattori ambientali, sono indispensabili opzioni sito specifiche per migliorare il suo contenuto; ovviamente, anche il potenziale di sequestro del carbonio da parte del suolo dipende dalle caratteristiche del sito (e da un’efficace gestione dei nutrienti);
- è la biomassa prodotta sul posto, e lì lasciata per la sua decomposizione, a costituire la chiave principale per mantenere ed accrescere la quantità di carbonio nel suolo;
- è preferibile una gestione agricola che prevede di favorire il trasferimento di carbonio dalla superficie del suolo agli orizzonti più profondi, senza però esporre il suolo al rischio di una mineralizzazione rapida dovuta alle lavorazioni meccaniche;
- la copertura vegetale permanente, ad es. colture di copertura, è la misura agricola più semplice per migliorare il contenuto di carbonio del suolo senza grandi sforzi;
- le radici contribuiscono a formare carbonio organico del suolo con una quota doppia rispetto alla biomassa fuori terra: un input di carbonio è più efficiente tramite le radici (es: colture di copertura) rispetto alle porzioni aeree delle piante (es: paglia);
- gli orizzonti profondi del suolo hanno un grande potenziale per stabilizzare il carbonio organico;
- l’apporto di carbonio dall’esterno attraverso le fertilizzazioni comporta un sequestro netto uguale a zero se si tratta solo di un trasferimento di carbonio da un sito ad un altro: rispetto al carbonio che si accumula all’interno del sistema, l’apporto dall’esterno è un flusso minore nella maggior parte dei sistemi agricoli;
- l’apporto di carbonio dall’esterno deve essere utilizzato solo nel contesto di un efficiente riciclaggio dei nutrienti: qualsiasi sovralimentazione con azoto o fosforo può avere forti impatti ambientali e climatici negativi e deve essere applicata con molta attenzione;
- esperimenti a lungo termine indicano che non vi è alcuna saturazione di carbonio nei terreni.
Un ultimo aspetto riguarda la strategia di diffusione di queste considerazioni: a causa della specificità geografica ed agricola, si consiglia di avvalersi di una rete di agricoltori che esplorino sia le opzioni esistenti che quelle innovative per favorire il sequestro del carbonio nel suolo e aiutino a diffondere le loro esperienze tra gli altri agricoltori della rete.
Un altro evento rilevante da ricordare è stato il “Simposio globale sul carbonio organico del suolo†organizzato a Roma dalla FAO: hanno partecipato 488 esperti di 111 Paesi tra i quali presenze eccellenti, veri riferimenti a livello mondiale sullo stoccaggio del carbonio nel suolo. Per dare seguito all’evento, la FAO ha poi presentato la carta mondiale del carbonio organico del suolo realizzata nell’ambito delle attività della Global Soil Partnership. L’Italia ha partecipato a questa attività elaborando la carta a livello nazionale grazie al lavoro di molte istituzioni nazionali e regionali.
Sul fronte normativo UE, in base al regolamento adottato dal Consiglio europeo il 14 maggio 2018, gli Stati membri devono garantire che le emissioni di gas a effetto serra derivanti dall’uso del suolo, dai cambiamenti di uso del suolo o dalla silvicoltura siano compensate da una rimozione almeno equivalente di COâ‚‚ dall’atmosfera nel periodo dal 2021 al 2030.
Il regolamento attua l’accordo tra i leader europei dell’ottobre 2014, secondo cui tutti i settori produttivi devono contribuire all’obiettivo di riduzione delle emissioni dell’UE nel 2030, incluso il settore agricolo. È anche in linea con l’accordo di Parigi, che indica il ruolo fondamentale del settore dell’uso del suolo nel raggiungere gli obiettivi a lungo termine per la mitigazione del clima.
Il regolamento stabilisce un impegno vincolante per ciascuno Stato membro per garantire che le emissioni contabilizzate derivanti dall’uso del suolo siano interamente compensate da una rimozione equivalente di COâ‚‚ dall’atmosfera attraverso l’azione nel medesimo settore: ciò aiuterà gli agricoltori a sviluppare pratiche di agricoltura ecocompatibili.
Sebbene gli Stati membri abbiano già in parte assunto questo impegno individualmente nell’ambito del protocollo di Kyoto, fino al 2020, il regolamento sancisce per la prima volta l’impegno nella legislazione dell’UE per il periodo 2021-2030.
PER APPROFONDIRE
- Soil Organic Carbon – FAO
- Global Soil Organic Carbon Map – FAO
- Soil organic matter management in agriculture – International Symposium 2018
- Soil health and carbon management
- Organic Matter Management
- La carta italiana del carbonio organico nel suolo
- Soil carbon 4 per mille
- Conservation Agriculture and Soil Carbon Sequestration
- Regolamentazione UE del suolo e della silvicoltura per il 2021-2030
- La carta italiana del carbonio organico nel suolo