
Agricoltura Conservativa in risaia
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La risicoltura italiana è condotta in gran parte in regime di monosuccessione in conseguenza dell’alto livello di specializzazione delle aziende risicole e delle condizioni idrauliche e idrologiche del territorio in cui si concentra. La natura dei terreni e la quasi totale assenza di ogni attività zootecnica nell’areale risicolo rappresentano ulteriori fattori di limitazione al mantenimento di un’adeguata fertilità dei suoli, con effetti negativi sul turnover della sostanza organica apportata con i residui colturali e sulla disponibilità di azoto dalle riserve organiche del suolo. In questo contesto, molto spesso si assiste a perdite produttive legate all’eccessivo compattamento dei suoli provocato dalle lavorazioni convenzionali, intensificatesi con l’introduzione routinaria del livellamento con lama laser.
Il “No Tillage”, con semina interrata a file e sommersione posticipata, pone alcune criticità per la sua diffusione in risicoltura. In particolare, non sempre è evitabile la formazione di carreggiate provocate dalle operazioni di raccolta; la presenza di abbondante residuo colturale può interferire con la germinazione dei semi e l’affrancamento delle plantule di riso, qualora entri nei solchi di semina; il controllo del “riso crodo” con diserbanti ad azione totale, applicati dopo un periodo di falsa semina, è reso più difficile per l’azione schermante delle paglie verso la soluzione erbicida. Viceversa, recenti esperienze sembrano evidenziare una significativa riduzione dell’infestazione di giavone dopo alcuni anni di gestione a “No-tillage” della risaia.
Le tecniche di “Minimum Tillage” presentano vantaggi gestionali, riduzione dei costi di produzione e buone potenzialità produttive. La scelta dell’attrezzatura più corretta è senz’altro decisiva al fine di evitare formazione di “suola”, e consentire un’adeguata crescita degli apparati radicali.
L’utilizzo di cover crop nel periodo inter-colturale offre una sorta di diversificazione colturale in un sostanziale regime di monosuccessione. Le specie appartenenti alla famiglia delle leguminose ben si adattano alla risaia (Vicia villosa, ad esempio) e consentono un arricchimento del suolo di azoto organico, molto utile a compensare le limitazioni evidenziate nel territorio risicolo. Le graminacee, oltre alla funzione di catch crop (“cattura” dell’azoto residuale, che viene sottratto alla lisciviazione), sviluppano un’azione strutturante sul suolo per mezzo dei propri apparati radicali fascicolati: ne trae beneficio la preparazione del letto di semina della coltura risicola in successione, in modo particolare nei casi di adozione della semina interrata a file. La principale limitazione per lo sviluppo di una buona cover crop in risaia risiede nell’evitare ristagni idrici e nell’intervenire con la semina non oltre la metà di ottobre.
Per saperne di piĂą scarica le Linee Guida per l’applicazione e la diffusione dell’agricoltura Conservativa