Life-HelpSoil

Azione A3 – Distribuzione delle minacce per i suoli e delle problematiche ambientali presenti nella area progettuale

 

Qualità dei suoli

  • Contenuto (stock) in carbonio organico

    Bassi contenuti in sostanza organica e una generale tendenza aduna continua diminuzione caratterizzano gran parte dei suoli coltivati a seminativo nella Pianura Padano Veneta e delle limitrofe aree collinari. In tutte queste aree lo stock di carbonio organico contenuto nei suoli varia da 34 a 60 t/ha. I cambiamenti climatici e le lavorazioni intensive possono portare ad ulteriori perdite. Tuttavia i suoli hanno anche un ampio potenziale di riacquistare carbonio, se gestiti con pratiche sostenibili.

  • Erosione idrica dei suoli

    Nelle aree collinari la perdita di sostanza organica si associa spesso ad una maggiore erosione dei suoli (il rischio di erosione in queste zone è stimato variare da 5 a 20 t/ha/anno); ciò ha ripercussioni sulla e produttività delle colture e sull’aumento del trasporto di sedimenti nei corsi d’acqua, con conseguenti impatti negativi sugli equilibri degli ecosistemi acquatici e sul rischio di allagamenti.

  • Salinità

    Lungo tutta la costa adriatica i suoli frequentemente presentano un livello di salinità. Per quanto le superfici interessate siano relativamente limitate l’aumento del contenuto di sali solubili nei suoli, favorito dal contatto con falde salmastre e da improprie pratiche irrigue, è un problema potenzialmente grave e che deve essere attentamente tenuto sotto controllo.

  • Fertilità biologica

    La fertilità biologica di un suolo dipende da numerosi parametri fisici, chimici, biologici ed è strettamente collegata all’attività dei microorganismi che vivono nel terreno. Il CRA–ISNP Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante ha validato per gli ambienti mediterranei un indice (IBF = indice di fertilità di un suolo), che attraverso l a determinazione del contenuto di sostanza organica, totale e della respirazione e biomassa microbica consente di valutare la fertilità biologica di un suolo attraverso 5 classi (più alta è la classe maggiore è la fertilità). Alcuni studi di questo tipo, tuttora poco diffusi, sono stati eseguiti in Piemonte e Lombardia.

  • Biodiversità edafica

    La fauna del suolo è una risorsa importantissima. anche se ancora poco studiata e considerata, di biodiversità (1 m2 di suolo agricolo può contenere 1000 specie diverse e milioni di organismi viventi). Inoltre la fauna edafica svolge un ruolo fondamentale nel ciclo dei nutrienti, del carbonio, dell’acqua e dei flussi energetici. In Italia gli studi sulla biodiversità edafica sono finora rimasti confinati fondamentalmente nell’ambito della ricerca universitaria; tuttavia la fauna edafica può diventare un utile indicatore per il monitoraggio della funzionalità e della qualità dei suoli.

    Risorse:

 

Impatti sull’agricoltura

  • Superficie agricola utilizzata – Rese delle colture

    La superficie agricola utilizzata nel Nord Italia è pari a circa 4.5 milioni di ettari. Nelle regioni interessate dal progetto HelpSoil le colture più diffuse fra i seminativi sono il mais (825 mila ha), i cereali vernini (585 mila ha), il riso (243 mila ha) e la soia (158 mila ha) con rese medie ad ettaro molto elevate (fonte dati ISTAT anno 2010).

  • Carico di nutrienti (N e P) di origine zootecnica

    I sistemi agricoli della Pianura Padana sono caratterizzati da una forte specializzazione e concentrazione zootecnica (nelle regioni del Nord è presente oltre il 70 % degli animali allevati in Italia). Il carico di nutrienti di origine zootecnica prodotto dagli effluenti di tali allevamenti è pari circa a 277 mila t/anno di azoto e 155 mila t/anno di fosforo.

  • Uso di prodotti fitosanitari e fertilizzanti

    L’agricoltura è, nella pianura Padano Veneta, fortemente intensiva e fa ampio ricorso all’uso di fertilizzanti minerali (più di 300.000 t/anno di unità di azoto e 140.000 t di anidride fosforica) e di prodotti per la difesa della colture (oltre 65.000 t/anno di prodotti fitosanitari).

    principi attivi distribuiti in agricoltura per provincia (dati ISTAT, 2010):

    prodotti fitosanitari distribuiti in agricoltura per provincia (dati ISTAT, 2010):

  • Qualità delle acque sotterranee e superficiali (contenuto in nitrati)

    Insieme agli scarichi civili ed industriali l’agricoltura è una delle fonti di nitrati che, per lisciviazione dei terreni o ruscellamento superficiale, possono raggiungere le falde o i corsi d’acqua, compromettendone la qualità e provocando i rischi di antropizzazione delle acque interne e bacino costiere. Ad essere interessate da elevati tenori di nitrati (> 40 mg/l) sono soprattutto le acque sotterranee delle zone pedemontane e dell’alta pianura, mentre le concentrazioni medie delle acque superficiali risultano in generale assai inferiori ovunque.

  • Emissioni di ammoniaca

    L’agricoltura è la principale responsabili delle emissioni di ammoniaca (NH3) in atmosfera (circa il 94 % delle emissioni totali). Ciò incide sulla qualità dell’’aria, essendo l’NH3 precursore del particolato secondario, che costituisce una parte importante delle polveri sottili, la cui formazione affligge vaste aree della pianura padana. Gli allevamenti, i sistemi di stoccaggio degli effluenti zootecnici e le pratiche di fertilizzazione (cui è attribuito un quarto delle emissioni totali) sono le principali sorgenti di ammoniaca.

    Emissioni d ammoniaca in agricoltura (fonte: inventario ISPRA, 2010):

    Risorse:

  • Consumi irrigui

    Il 75 % della pianura Padano Veneta è irriguo, con consumi idrici notevoli (7670 milioni m3/anno). L’agricoltura è quindi fortemente dipendente dall’irrigazione e gli attuali sistemi irrigui denotano una generale bassa efficienza o sono fortemente energivori. L’irrigazione inoltre gioca un ruolo importante negli equilibri idrologici del territorio padano-veneto, dove, tra gli altri, si pongono le necessità di salvaguardare i deflussi minimi vitali nei corsi d’acqua ed in generale gli usi plurimi delle risorse idriche.

  • Consumio di combustibili fossili

    Secondo i dati elaborati dal Ministero dello Sviluppo Economico i consumi di gasolio per uso agricolo nelle 5 regioni coinvolte nel progetto HelpSoil sono stati nel 2011 pari a 1031 milioni di litri. Tali consumi corrispondono alle emissioni di circa 2700 t/anno di CO2 equivalente (2.65 g CO2 /l gasolio).
    La riduzione del consumo di carburanti dovuta all’adozione di pratiche conservative di gestione dei suoli può quindi contribuire all’abbattimento delle emissioni di CO2 oltre che rappresentare una opportunità di contenimento dei costi di produzione.